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lunedì 5 luglio 2010

Il Pensiero e la Paura

Conduciamo un certo tipo di vita, pensiamo secondo un certo modello, seguiamo una certa fede e qualche dogma e non vogliamo che i nostri modelli di vita vengano scossi perchè siamo profondamente radicati in essi. Questo ci metterebbe in una situazione di ignoranza, e non lo accettiamo tanto facilmente. Se veniamo staccati da quello che conosciamo e in cui crediamo, vogliamo essere ragionevolmente sicuri dello stato di cose a cui andiamo incontro. Il passagio dalla certezza all'incertezza è ciò che noi chiamiamo paura.

In questo momento, poichè mi trovo seduta qui davanti al PC non ho paura; nel presente non ho paura, non mi sta succedendo niente, nessuna minaccia. Ma oltre il momento attuale vi è uno strato più profondo nella mente che consciamente o inconsciamente pensa a quello che potrebbe succedere nel prosimo futuro o si preoccupa che qualcosa di negativo del passato possa tornare.

In questo modo, temo sia il passato che il futuro. Mi dico: "per ora hai qualcosa, ma attenta che potresti perderla! potresti morire domani o ammalarti, il mio uomo potrebbe abbandonarmi, potrei rimanere senza lavoro, o sola! Ho bisogno di essere ragionevolmente sicura del domani".

Prendiamo ad esempio il pensiero della morte. Possiamo osservare la morte senza che la sola parola non ci faccia provare un profondo terrore?? Diciamo che qualche anno fa siete stati ammalati in maniera abbastanza seria e che il ricordo di quel periodo, rimasto impresso nella memoria, vi imponga di stare molto attenti alla vostra salute: così la memoria con le sue associazioni crea la paura, paura nient'affatto giustificata, visto che adesso state bene. Ma l'esperienza, che è rimasta nella mente sotto forma di ricordo, stimola il pensiero negativo e la paura ne è quindi il risultato.

La mia domanda a questo punto è questa: è possibile per la mente vivere, completamente, totalmente nel presente poichè solo così non proverebbe paura? Poichè il pensiero è la reazione alla memoria, che si è venuta accumulando con l'esperienza, la conoscenza, il tempo da questo bagaglio esperienziale noi agiamo e reagiamo e questa reazione è il pensiero. Ma se il pensiero è essenziale a certi livelli, quando invece lo proiettiamo come futuro o passato, inevitabilmente creando la paura - così come anche il piacere - , la mente si chiude su sè stessa e la mancanza di azione e quindi inevitabile.

Ma ecco una bella novità: più agiremo e più apprezzeremo la paura e la riconosceremo come utile alleata. C’è infatti un modo diverso di affrontare le paure, persone diverse affrontano ogni cosa in maniera diversa e per quanto riguarda l’approccio alla paura possiamo dividere gli individui in due categorie: quelli che si bloccano davanti alle situazioni, che non hanno iniziativa nel percorso che conduce alla realizzazione dei loro sogni; quelli che, nonostante la paura, agiscono lo stesso perchè hanno saputo sviluppare un rapporto sano con la paura; in queste persone essa gioca un ruolo positivo e le porta ad uno stato di massima attenzione nel quale sono in grado di esprimere il meglio di loro stesse.

La paura è un sentimento da esperire e se si riesce ad osservare la paura come un “osservatore-esterno” si riuscirà a sfruttarla come strumento di conoscenza dei propri limiti.


DICE IL SAGGIO: Il coraggio non è la mancanza di paura, ma la padronanza di essa (Anonimo).

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