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giovedì 11 marzo 2010

ETERNO MUTAMENTO

Cosa significa "Cambiamento"? La massima espressione del termine è rappresentata dall'influenza di ciò che ci accade ogni giorno.
Noi e le nostre stesse cellule siamo in perpetuo, costante divenire, oltrechè da un punto di vista meramente fisiologico anche in senso metafisico.
Nonostante non ne siamo coscienti, ogni giorno la nostra esistenza, che vorrei paragonare ad un puzzle, subisce le interferenze esogene da parte degli altri, delle delusioni, delle gioie, dei fallimenti o delle disgrazie.
Andiamo a letto la sera e la mattina ci risvegliamo con una nuova "luce" per i più saggi o fortunati, ma di sicuro con altra consapevolezza, rispetto al giorno prima. Non per niente si dice che la notte porti consiglio...
Le certezze che avevamo, le cose che eravamo certi di voler (o dover) fare, all'improvviso - almeno in apparenza - sembrano aver subìto un mutamento di direzione: come dice Gandhi, le opinioni che ci siamo formati e le conclusioni a cui siamo giunti non sono definitive. Potremmo modificarle in qualsiasi momento, se ne vedessimo la ragione.
Ii dispiaceri per gli insuccessi e i fallimenti lasciano il segno, ci temprano, ma un fallimento non è sempre uno sbaglio; potrebbe semplicemente essere il meglio che uno possa fare in certe circostanze. Il vero sbaglio è smettere di provare.
Qui non si tratta di relativismo, che è cosa ben più seria, ma semplicemente di accettare l'ineluttabile mutamento di tutte le cose, anche e soprattutto al di fuori del nostro controllo, mutamento di cui noi siamo l'espressione prima più naturale.
Un atteggiamento costantemente possibilistico e sperimentale nei confronti di ogni cosa – ecco ciò di cui abbiamo bisogno.
Da quest'atteggiamento derivano, in modo quasi miracoloso e automatico, i cambiamenti di cui abbiamo bisogno e spesso anche la soluzione di ogni tipo di problema.

DICE IL SAGGIO: In coscienza, non so dire se la situazione sarà migliore quando cambierà; posso dire però che deve cambiare se si vuole che diventi migliore.

mercoledì 10 marzo 2010

LA FORZA DELL'UNIVERSO

Avete presente la saga di "Guerre Stellari"? L’esplodere, negli ultimi decenni, di forme sempre più strampalate di religiosità New Age ha portato molte persone in tutto il mondo ad abbracciare la filosofia Jedi di Star Wars come se fosse una sorta di nuova fede.
In Italia dal 2005 è attiva nientemeno che una Diocesi Italiana del Culto della Forza che punta a fondere gli insegnamenti di “Star Wars” con quelli di Padre Pio: nel 2005 è stata addirittura inaugurata una statua di Yoda accanto a quella di Padre Pio a Bologna.
Il tutto si fonda su una serie di similitudini tra l’idea della Forza e le teorie più audaci e significative della moderna fisica quantistica che, secondo alcuni autori, riprenderebbero le principali concezioni delle religioni orientali, in primis Taoismo e Buddismo.
La Forza è stata descritta nei film come un “campo di energia” che permea l’universo, presente in tutti suoi elementi, dagli esseri viventi, agli alberi, alle pietre. Nell’universo di Star Wars la Forza non si limita, tuttavia, a fungere da legame per tutte le diverse parti che compongono l’universo; essa dà anche allo Jedi la possibilità di interagire con essa al punto da modificare la realtà attraverso fenomeni tipicamente noti nell’ambito delle pseudo-scienze come “percezione extrasensoriali” o ESP, in primis telecinesi e telepatia.
La meccanica quantistica sostiene il principio secondo cui l’osservatore, lungi dal porsi in maniera distaccata da ciò che osserva, contribuisce in maniera fondamentale alla costruzione della realtà che osserva: più che osservatore si parla quindi di partecipatore, o compartecipe della Realtà. Riassumendo in sè le straordinarie scoperte sperimentali in proposito, la meccanica quantistica porta a sostenere che non esisterebbe nemmeno una realtà già predeterminata, ma la realtà deriverebbe dalla presenza dell’osservatore-partecipatore che contribuisce a crearla. Questa sorprendente teoria, poi confermata decenni dopo da diversi esperimenti, rende chiaro l’assunto secondo cui la realtà sarebbe “costruita” dall’osservatore. Ma che cosa si trasmette attraverso la non-località, cioè l’effetto Entanglement? Le teorie sono diverse e sono state tutte osteggiate da buona parte della comunità scientifica a causa del loro utilizzo promozionale in favore della pratica della “meditazione trascendentale”; il loro assunto di base comunque dichiara che il substrato della realtà, quel campo che sarebbe descrivibile attraverso la Teoria del Tutto e che riunisce in sé le forze fondamentali dell’universo, godrebbe della proprietà della consapevolezza. Essa non sarebbe il prodotto del nostro sistema nervoso e cervello, ma sarebbe una proprietà fisica fondamentale ed universale appartenente dunque ad ogni particella vivente.
È un’ipotesi suggestiva che consente di spiegare il rapporto misterioso tra l’osservatore cosciente e l’universo, rapporto che rappresenta un continuo paradosso nelle teorie della meccanica quantistica. In altre parole, il livello più profondo dell’esperienza umana, la pura coscienza, costituisce l’esperienza diretta soggettiva del campo unificato che attualmente viene esplorato dalla fisica teorica moderna».
I sostenitori della meditazione trascendentale ritengono che intorno al soggetto che medita si venga a creare una sorta di campo, definito “campo Maharishi”, capace di produrre effetti positivi sul prossimo. Nella sopracitata saga, il regista Lucas cita chiaramente l’insegnamento del taoismo di affidarsi alla Forza/Tao che scorre dentro di sé. Uno dei più grandi maestri del Taoismo, Huai Nan-tzu disse: "Colui che segue l’ordine naturale fluisce nella corrente del Tao".
La somiglianza con l’insegnamento Jedi "senti la Forza scorrere in te" è più che evidente. Sulla scorta delle tante tesi che sono state formulate, seguire l’ordine naturale delle cose vorrebbe dire far sì che la nostra mente si fonda con l’Universo di cui è parte, lasciando che la Realtà fluisca e noi con essa.
Gli insegnamenti del Taoismo e della meccanica quantistica sono davvero molto vicini; non sarebbe forse opportuno invece affidarci alla “meditazione trascendentale"? Io credo che non si debba mai scindere la realtà dalla fantasia; questo non vuol dire che alcune delle tesi anche molto bizzarre sopra esposte siano tutta fantasia, anzi, io ne sono una fervida sostenitrice.
Ma le religioni sono dogmatiche e non accettano più di un solo punto di vista, ed è per tale ragione che ho scelto di sorridere alla filosofia del Tao.
Così come è vero che la filosofia Jedi non potrebbe perciò mai essere una religione, tutt’al più un insegnamento basato sulla solidarietà universale in virtù di quella massima di Gesù Cristo, troppo spesso ignorata dallo stesso Cristianesimo, “ama il prossimo tuo come te stesso”....


DICE IL SAGGIO: ...Perchè una realtà non ci fu data e non c'è; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere; e non sarà mai una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile...

lunedì 8 marzo 2010

ANCORA SULL'INFORMAZIONE

La ricerca di informazioni libere richiede sempre più sforzo, tempo e capacità, viene sempre più frenata, mentre le informazioni impacchettate dalla TV non richiedono sforzo, vengono anzi piacevolmente diffuse. Va precisato, che la persuasione più efficiente è quella indiretta, dove lo spettatore non sente di ricevere imposizioni né restrizioni alla libertà.
Tutti sappiamo, immagino, che ciò che viene vietato oppure imposto immediatamente suscita ribellione e comportamenti difformi da quelli voluti. Se ad esempio abbiamo il controllo tutte le televisioni e vogliamo ottenere più consenso possibile verso il nostro o altro determinato modello di pensiero, la strategia migliore non è quella di bombardare sempre e comunque quel modello senza opposizioni né alternative. Se lo spettatore nota la mancanza delle altre voci diventa sospettoso e fa resistenza verso qualcosa che può sentire imposta e limitante la sua libertà, e viene danneggiato il consenso. Spesso può addirittura essere utile lasciare totale libertà a quelle pochissime voci diametralmente contrarie al modello che vogliamo inculcare… Lo avete notato?
In definitiva, in un sistema totalitario, a differenza di quanto si potrebbe pensare, il potere non viene mantenuto esclusivamente con la violenza, ma è frutto di una reciproca contrattazione tra il leader e le masse dominate alle quali elargire, quasi fossero noccioline per i macachi, informazioni fittizie e allettanti proposte per un facile divertimento. La massa e la folla non agiscono in favore di ciò che è faticoso, sgradevole e “non bene accettato da tutti”, non si oppone al senso comune. Il consenso della massa quindi sarà sempre verso i media.
Ora mi chiedo: come facciamo a crearci un futuro? Rimanendo su cose semplici: non possiamo comprare neanche una macchina, perché se non veniamo messi in regola non c'è finanziamento. E come fanno i giovani anche solo a pensare di crearsi una famiglia? Di cosa vivrebbero? Di cosa sfamerebbero i loro figli? E come fanno tutti quegli studenti laureati a trovare un lavoro? E le famiglie? Ne vogliamo parlare? Con 1000/1500 euro al mese, se si pensa a tutte le spese fisse ed obbligate, non ci se la può fare. Ma i lavoratori ancora sono fortunati… E i pensionati con 600 euro di pensione? Stanno annientando tutti i nostri diritti, e NON privilegi, attenzione!
Non è questione nè di destra nè di sinistra: per noi non fa differenza, tanto lo prendiamo in quel posto a 360 gradi. Per loro, invece, conta solo che stiano al potere e possano accampare privilegi per sé e per i propri amici e discendenti.
Se vogliamo darci una speranza, dobbiamo capire, accettare e metabolizzare il concetto che le cose non cambiano, solo le persone lo fanno; noi dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere negli altri e nel resto del mondo, attraverso un mutamento del nostro stato di consapevolezza poiché di solito gli uomini quando sono tristi non fanno niente o si limitano a piangere sulla propria situazione. Ma quando si arrabbiano, allora si danno da fare per cambiare le cose. Lo sappiamo, le cose che vanno cambiate sono tante e rappresentano dei cancri profondamente radicati nel corpo dell’Umanità; dagli armamenti alla devastazione ambientale, dalla sovrappopolazione alla fame che riguarda ancora troppe persone, dalla forsennata ed insensata corsa agli armamenti all’imperante dilagare del business della farmaceutica, che non solo non tiene in nessun conto la salute delle persone, ma che opera solo e sempre in nome del profitto, dato evidentemente dal mantenimento di un costante livello di carenza di salute.
Esistono i

responsabili della morte di centinaia di milioni di persone che continuano a morire di cardiopatie, cancro e altre malattie che avrebbero potuto essere prevenute e in gran parte eliminate molto tempo fa.

La morte prematura di costoro non è dovuta né ad una coincidenza né a negligenza. È stata volontariamente e sistematicamente organizzata da parte dell'industria farmaceutica e dei suoi investitori con il solo obiettivo di espandere un mercato globale dei farmaci del valore di miliardi di dollari.

Il mercato dell'industria farmaceutica rappresenta il corpo umano e il ritorno che si ha dagli investimenti dipende dal perdurare e dall'espandersi delle malattie. I suoi profitti rendono quest'industria la più redditizia sul pianeta.

Al contrario, la prevenzione e l'eradicazione di ogni malattia riducono sensibilmente o eliminano del tutto il mercato dei farmaci. Pertanto, le multinazionali farmaceutiche hanno sistematicamente impedito la prevenzione delle patologie, anche attraverso

l'eliminazione della concorrenza da parte di terapie sicure e naturali, in quanto non brevettabili e con margini di profitto molto ristretti. Inoltre, queste terapie naturali possono efficacemente aiutare a prevenire ed eliminare le malattie per il loro ruolo essenziale nel metabolismo cellulare.

L'industria farmaceutica offre la "salute" a milioni di pazienti, ma non mantiene i propri impegni. Al contrario, distribuisce prodotti che alleviano soltanto i sintomi, favorendo la malattia che li causa per poter garantire gli affari futuri. Al fine di dissimulare questa truffa, l'industria spende per la copertura il doppio di quanto spenda per la ricerca su future terapie.

In questo ambito, francamente già seriamente compromesso, le persone dovrebbero iniziare a pensare "al contrario", ovvero che la malattia è l'attività della vita che riporta equilibrio in una situazione compromessa; essa non e’ da distruggere o combattere, ma un programma

biologico e sensato della natura e noi dobbiamo solo gestirla e modularla.

La conoscenza di questa fondamentale ed autonoma intelligenza della Natura ci permette di non sentirci piu’ terrorizzati, in preda al panico e impotenti di fronte anche ad una diagnosi definita infausta.

Ma non basta; per avere e mantenere salute necessita soprattutto un impegno personale verso la ricerca della corretta informazione, il che sta a significare anche l'astensione dagli inutili nonchè dannosi esami diagnostici preventivi, il corretto utilizzo di integratori, sperando che nel frattempo non ne limitino drasticamente l'utilizzo, e soprattutto l'adozione di un corretto stile di vita che è alla base di ogni più saggia ed efficace prevenzione.


DICE IL SAGGIO: Consapevolezza e salute sono i primi doveri della vita.

INFORMAZIONE DI MASSA

I mezzi di comunicazione di massa ci bombardano costantemente con una quantità enorme di informazioni inerenti catastrofi, disastri naturali, guerre e tragedie familiari e sociali. Queste informazioni penetrano “silenziose” nella nostra mente inconscia e sono come un seme piantato nella terra che cresce giorno dopo giorno ma tu non sai che questo seme è stato piantato, non sai che pianta ne verrà fuori, fino a che non te la troverai davanti! I media tengono occupata la nostra mente e la nostra stessa vita con i pensieri negativi e noi irradiamo il mondo che ci circonda con ciò che sentiamo, percepiamo ogni qualvolta assistiamo a quei deprimenti notiziari su “ciò che accade nel mondo”.

La TV è il canale principale, nessun canale si presta meglio per manipolare le grandi masse come quello televisivo, specialmente per periodi di tempo prolungati. Radio, giornali o la rete, sono di impatto secondario sulla psiche delle masse e sulla formazione di mode, culture, opinioni e consensi.

La TV circoscrive le scelte, ci limita. Il cervello umano è in grado di scegliere solo fra ciò che conosce, quindi il controllo su larga scala all’accesso delle informazioni critiche di cui si ha bisogno per valutare una situazione significa il controllo dei processi mentali stessi. L’immenso potere della televisione, alla lunga, è quello di determinare dei “modi di pensare” di base. Chi ha il potere su questo mezzo sceglie quali informazioni non presentare. Questo determina in sostanza che ciò che la massa conosce viene circoscritto. Ed i contenuti vengono associati ad immagini attraenti, piacevoli, desiderabili, elencandone minuziosamente tutti i lati positivi. Il pensiero della massa si sviluppa autonomamente solo fra ciò che gli viene presentato, mentre una parte consistente della realtà viene omessa dalla coscienza collettiva. I sogni, le aspettative, i desideri, i modelli da imitare e in cui identificarsi, per cui vivere e soffrire, vengono scelti fra ciò senza sforzi. Inoltre, si stimolano invidie e sensazioni di inadeguatezza verso chi non si conforma al modello che tutti devono conoscere sia esso estetico, politico, stile di vita, economico.

La massa è primitiva per definizione. Il suo comportamento è guidato dall'istinto e dall'emotività piuttosto che dalla logica e dalla ragione. La folla agisce sulla base dei sentimenti più primordiali, quelli che dal punto di vista dell'evoluzione costituiscono le prime tappe dello sviluppo dell'umanità, come la paura, la rabbia, l’esaltazione e l’appartenenza ad un gruppo. Istinti molto semplici da controllare e manipolare, mentre in questi raggruppamenti ciò che va smarrita è la più grande conquista degli uomini moderni, ovvero la razionalità e l'uso delle capacità intellettive superiori.

Per favorire quindi le dinamiche primitive delle masse e poterle controllare, è indispensabile proporre e stimolare il più possibile modelli di pensiero, che attecchiscano con facilità e naturalezza, elementari ed impulsivi, come quelli che riscontriamo nelle grida in TV. Crisi isteriche e pianti, ad esempio; una vetrina dove tutti sono contro tutti nell’esprimere la parte più infima dell’emotività umana, come la rabbia, l’aggressività e l’invidia, con i metodi tipici del branco, dell’arena o del linciaggio in diretta. Del tutto personalmente, ritengo che il format del reality, che sta dilagando inarrestabilmente e vergognosamente, sia la peggior spazzatura che, dal punto di vista dell’”informazione”, poteva capitarci. Purtroppo, esso è anche altamente redditizio e apportatore dei vantaggi di cui sopra…

Il tutto per riempire il cervello e ottenebrare le menti delle persone. Tra non molto i Mondiali di calcio terranno milioni di persone con il fiato sospeso e questa occupazione andrà avanti fino ai primi di luglio, poi naturalmente subentreranno le ferie e ci ritroveremo a settembre, magari con la Nazionale di calcio con una coppa del mondo in più (che servirà a far dmenticare lo scandalo vergognoso delle truffe, del doping, delle scommesse, delle droghe, della prostituzione e di un sistema di metastasi che non riguarda certamente solo i capri espiatori che ben si conoscono). Anche perché - diciamocelo onestamente - se la gente perdesse la fede nel dio-pallone e non andasse più in chiesa (stadio) o non ascoltasse più il tele-evangelista (cronache sportive) e non si distraesse dai problemi veri in alcun modo, chi accetterebbe più un sistema come questo? Il calcio è indubbiamente un collante sociale potentissimo che NON può mancare al Sistema. Ecco perché tutto rientrerà, ad ogni costo e con ogni mezzo…

Detto questo, una persona “comune”, che riceve le notizie esclusivamente dal tubo catodico, come fa a sapere quello che la “scatola infernale” NON dice? Esistono certamente canali alternativi, ma questi implicano una ben precisa presa di coscienza e soprattutto voglia di conoscenza, di non accettare passivamente quello che ci viene servito nel piatto, ma di trasformare questa passività in azione per meglio comprendere cosa accade tutto intorno a noi.

Se «le religioni sono l’oppio dei popoli», «la televisione e i media in generale sono l’oppio dei poveri».
Ovviamente mi riferisco ai poveri di Spirito, ai poveri dentro, nell’animo, che si accontentano, proprio per questa carenza interiore, per questo vuoto, di quello che il tubo catodico e gli altri canali d'informazione, ”regalano” loro giorno dopo giorno, senza preoccuparsi se i messaggi gentilmente offerti dal
Sistema sono veri oppure no, e soprattutto se ci sono altre notizie che non vengono dette o che vengono oscurate.


DICE IL SAGGIO: Gli Insegnamenti sono importanti di per sé, commentatori e interpreti possono solo distorcerli. E' consigliabile attingere direttamente alla fonte, senza passare per alcuna Autorità

domenica 7 marzo 2010

CHI HA INCASTRATO BELEN RODRIGUEZ?

Va bene che più se ne parla e meglio è; sono d'accordo che, bene o male, l'importante è che se parli. Ma diamine a tutto c'è un limite!

Stamane ho avuto la brillante idea di accendere la TV, così, tanto per cambiare e soprattutto per mantenere il mio spirito critico in forma. Ho distrattamente seguito la trasmissione Rai "UnoMattina", assistendo esterrefatta a un dibattito sulle preferenze degli uomini italiani in fatto di donne, se le straniere detenessero la palma e, se sì, di quale nazionalità e per quale ragione.

A prescindere dalla pochezza e banalità dell'argomento trito e ritrito (ma ciò non sorprende!), è stata ad un certo punto tirata in ballo la bellissima Belen Rodriguez, che pare abbia vinto la palma di cui sopra, ma che, piccolo particolare, non era presente....

Di lei si è detto praticamente di tutto, se abbia o meno le qualità che vanno oltre la bellezza, se la sua meteora potrà durate nel tempo in relazione quindi con le sue capacità, se ne sono analizzate le scelte sia lavorative che personali fino ad arrivare ad un giudizio sui suoi eventuali ricorsi alla chirurgia estetica!
Beninteso, io non voglio qui difendere nessuna Belen poichè, ripeto, per la sua personale convenienza carrieristica ogni evento di questo tipo sortirà senza dubbio il giusto risultato.

Ma io credo che dal punto di vista della deontologia professionale del giornalista, e nondimeno dei responsabili tutti del palinsesto della trasmissione, sia il caso di indignarsi di come sia possibile s-parlare di una persona, ancorchè pubblica, senza che ella sia presente, per intervenire, ed eventualmente difendersi.
Quando cambieranno i contenuti di certe trasmissioni? Mai, fino a che la gente continuerà a seguirle e a non dimostrare di volere un cambiamento, un innalzamento, del livello dei dibattiti e degli argomenti.... Il famoso gatto che si morde la coda!

Sono peraltro certa che la Poverina sia una ragazza bella e dotata di intelligenza anche se certamente non newtoniana, che sa fare le giuste scelte in base alla propria personalità, capacità e in definitiva giuste per lei.
Giuste solo per lei.

DICE IL SAGGIO: All'assente e al morto non si dee far torto

sabato 6 marzo 2010

GIUDIZI E CONSIGLI: E' DAVVERO IL CASO?

Sembra che le persone non aspettino altro che poter elargire consigli. Anche e soprattutto se non richiesti - i famosi consigli gratuiti - perchè in quel caso si sentono superiori e con la verità in tasca. Diversamente, se il consiglio venisse espressamente richiesto, aumenterebbe il senso di responsabilità per chi fosse chiamato a darlo e le conseguenze che implicherebbe il proprio parere potrebbero gravare sul "consigliere".

Io credo che in realtà convenga sempre farsi gli affari propri e non elargire consigli e/o consulenze fuori luogo a chi non ne fa espressamente richiesta, poichè se qualcuno ha bisogno di pareri li va a cercare ed inoltre il presupposto fondamentale nel caso sarebbe la presunzione che l’altro abbia commesso degli errori, e conseguentemente che sia una priorità correggere l’errore commesso.

A parte queste considerazioni di contorno, ritengo ben più rilevanti altri due aspetti sull'opportunità di ascoltare attivamente i pareri altrui.
Sono convinta che sia fondamentale che chi ci consiglia, e in qualche modo ci giudica, debba essere ritenuto da noi, a nostro personale giudizio, una persona al di sopra di noi, di grande valore, che noi la si possa stimare, che abbia una visione altra del problema, libera da preconcetti e che tenga conto in primis del nostro bene o quantomeno veda le cose da una diversa angolazione. Insomma una persona intelligente.....

In secondo luogo, ma forse ancora più importante, è l'aspetto conoscitivo. Chiunque pensi di conoscere un'altra persona a fondo, sappia che si sbaglia. Certo, può essere a conoscenza di tantissimi dati oggettivi, aspetti del carattere o scelte di vita di chi ha davanti, ma nel profondo dell'anima e nella vera essenza di una persona e di ciò che realmente pensa e vuole per sè stessa, nessuno può saperlo. A volte neppure noi possiamo dire di conoscerci veramente, ci troviamo ad affrontare situazioni che ci spingono a reagire come mai avremmo pensato, anche perchè, ci tengo a sottolinearlo, una cosa è parlare in teoria, altro è dover prendere una decisione a caldo, pienamente coinvolti in prima persona.

A questo punto si comprende come sia difficile che si verifichino entrambe le circostanze e questo fa sì che noi, molto educatamente, possiamo scegliere di ascoltare i pareri dei nostri interlocutori, ma senza lasciarci troppo influenzare e soprattutto mediando sempre, si spera, con la nostra intelligenza.

Fatalmente colui il quale dà un consiglio è passato prima per il viatico del giudizio. Giudizio che è necessariamente sostenuto dalle sue personali credenze, convinzioni ed esperienze e non a caso la classica espressione che viene usata è "Io, se fossi in te....".
Ma che senso può mai avere tutto ciò? Se lui fosse al mio posto, nella mia situazione, agirebbe senza dubbio a sua discrezione, in linea con la sua personalità, ma io sono altra cosa.... E neppure, mi sia consentito, potrà presumere di agire come se avesse la mia testa e il mio carattere, giacchè, ribadisco, la sua limitata conoscenza di me e del mio mondo interiore glielo impedirebbe.

Mi si perdoni se l'argomento è potuto sembrare poco rilevante, ma la ragione della mia scelta risiede nel fatto che solo rimanendo immuni dal bisogno di approvazione e dipendenza dal giudizio altrui, acquisendo di contro capacità di giudizio in ogni ambito della vita, dalla sfera emotiva a quella della realtà di tutti i giorni, possiamo realisticamente credere di non essere pilotati o gestiti dagli altri, dagli amici cosiddetti a tutto il Sistema in generale, che altro non aspetta che ottenere l'omologazione e l'annientamento della capacità di discernimento tra il bene e il male.
Valutazione che, in ogni caso, spetta sempre e soltanto a noi.

DICE IL SAGGIO: Prima di giudicare o consigliare un uomo, cammina per tre lune nelle sue scarpe.

giovedì 4 marzo 2010

LA LEGGE DELL'ATTRAZIONE

L'Universo è governato dalla Legge, una meravigliosa Legge che si manifesta in molteplici forme ma che in realtà è una sola. Alcune delle sue implicazioni ci sono familiari, mentre di altre non sappiamo quasi nulla, ma ogni giorno impariamo qualcosa in più, facendo sì che la nostra ignoranza gradualmente diminuisca. Tutti sappiamo cosa sia la legge di gravitazione, mentre ignoriamo un'altra grandiosa manifestazione della Legge, la Legge dell'Attrazione. Quella cosa meravigliosa che attrae e tiene uniti gli atomi che compongono la materia ci è familiare: riconosciamo il potere della legge che fa sì che i corpi siano attratti dalla terra, che mantiene stabili le orbite dei pianeti, ma chiudiamo gli occhi di fronte alla imponente Legge che attira verso di noi le cose che desideriamo, la Legge che letteralmente costruisce o distrugge le nostre vite.

Se iniziamo a renderci conto che il Pensiero è una forza, una manifestazione di energia dotata di un potere di attrazione simile a quello di un magnete, iniziamo anche a comprendere il perché e il percome di molte cose che fino ad ora ci sono apparse oscure.

Quando pensiamo, noi emettiamo vibrazioni eteree, reali quanto le vibrazioni che manifestano luce, calore, elettricità o magnetismo. Il fatto che queste vibrazioni non risultino evidenti ai nostri cinque sensi non prova che esse non esistano. Una calamita potente emette vibrazioni ed esercita una forza sufficiente a ad attrarre a sé un pesante pezzo di acciaio, senza che noi possiamo percepire questa forza imponente né con la vista, né col gusto, né con l’olfatto, con l’udito o col tatto. Analogamente, queste vibrazioni del pensiero non possono essere viste, gustate, odorate, udite o sentite nel modo ordinario, benché effettivamente siano stati registrati casi di persone particolarmente sensibili le quali sono state in grado di percepire potenti onde di pensiero e molti di noi me compresa possono testimoniare di avere sentito distintamente le vibrazioni del pensiero altrui, sia in presenza della persona che le emetteva, sia a distanza.

La telepatia e i fenomeni affini non sono vane illusioni. La luce e il calore le possiamo percepire in quanto esse si manifestano con vibrazioni ben inferiori a quelle del pensiero, ma la differenza risiede unicamente nell’intensità della vibrazione.

La domanda sorge spontanea. Ma se il pensiero è dotato di vita propria ed "esiste" anche se noi non lo possiamo materialmente vedere, allora scegliere di fare pensieri positivo invece che negativi ha un senso per poter andare incontro ad una Realtà futuribile migliore? Qui mi permetto un salto nei principi della neo-scienza fisica quantistica, che ha sovvertito non poco quelle che erano le credenze e le leggi del Determinismo Newtoniano. Vi furono subito delle reazioni a tale concezione, poiché in fisica era sottinteso da sempre che l'universo esiste in uno stato oggettivo, indipendentemente dal fatto che noi lo osserviamo o meno. E' invece stato ampiamente dimostrato che noi, le cose, gli eventi e l'Universo intero esistono solo ed in quanto esiste un Osservatore.

Le implicazioni di tale teoria sono molte, ma qui interessa applicarle al concetto di possibilità reali che un determinato evento si verifichi; nella Realtà quantistica, la gamme delle possibilità è infinita, tutti gli eventi sono passibili di attuazione.

Tornando alla Legge di Attrazione, se è vero che il pensiero positivo attrae eventi positivi, locati in una delle miriadi di Realtà esistenti, allora si comprende quanto sia importante INSISTERE, CREDERE e AVERE SEMPRE E COMUNQUE un atteggiamento aperto all'arrivo di realtà che noi desideriamo, di cui abbiamo bisogno e che stanno aspettando, in mondi paralleli al nostro, di essere attratte da noi.

mercoledì 3 marzo 2010

LEGAMI KARMICI

Sono convinta del fatto che i rapporti che noi viviamo con le persone importanti nella nostra vita siano rapporti karmici; un legame karmico si forma come prosecuzione di un rapporto che due persone hanno avuto in una vita precedente e che ha determinato forti coinvolgimenti sul piano emotivo Queste dinamiche emotive possono essere le più svariate e non necessariamente negative, anche se indubbiamente una parte di queste possono essere dovute a situazioni di conflittualità. L'andamento del rapporto credo dipenda dal tipo di sentimento ad esso associato, che ha caratterizzato il rapporto nella vita precedente. Quindi certamente ogni rapporto karmico è diverso da un altro e l'esito della relazione non è scontato, essendo strettamente legato al come le due persone la gestiscono.

Il karma mette in rapporto due soggetti, ma è nel loro libero arbitrio decidere come gestire il rapporto stesso, anche se ovviamente le dinamiche relative alla vita precedente tenderanno a condizionarlo fortemente.
Tra tutti i rapporti karmici quello che io sento essere presente in maniera pesante in questa vita, è con i miei genitori; esso è strutturato da sempre in modo conflittuale, non sono a tutt'oggi riuscita a scoprire se esista o meno un modo, un viatico per essere capita e rispettata da loro in quanto individuo a sè stante, con la sua propria personalità, adulto quanto basta ma non per tale ragione alieno dal diritto di commettere errori; da sempre avverto la loro profonda sfiducia, direi quasi disistima, nei miei confronti e la relativa loro iperpreoccupazione rispetto a ciò che mi accade e alle mie scelte.
Il non rispecchiare il modello di figlia che loro avevano creduto di aver comperato quarantadue anni fa ha gravata il nostro rapporto di un peso non indifferente, difficile da sopportare e da gestire, anche se a fasi alterne.
Anche l'amore tra me e mio fratello, per intensità e profondità, lascia presumere il legame dei nostri karma, ma non vi è nulla di negativo o di irrisolto, semplicemente sento che viene portato avanti lungo le nostre reincarnazioni, e di vita in vita tende sempre più verso la perfezione.

Secondo le regole che sovrintendono i rapporti karmici e le reincarnazioni, il terreno della vita fisica è disseminato di diversi ostacoli che, in apparenza, si manifestano come energie negative, ma in realtà sono passaggi fondamentali per evolvere aprendo gli occhi alla Reale Realtà che ci circonda e della quale siamo un frammento, come una goccia nel mare.

In ogni caso, in tutti i legami karmici c'è qualcosa che è rimasto in sospeso e cerca il suo "pareggio" in questa vita, in armonia con la Legge Universale. Che cosa possa essere questo pareggio dipende ovviamente dal tipo di dinamica, e quindi dal tipo di sentimento, ad essa associato che ha caratterizzato il rapporto nella vita precedente. E' libero arbitrio dei soggetti stessi decidere come gestire il rapporto, anche se ovviamente le dinamiche relative alla vita precedente tenderanno a condizionarlo fortemente.

Nel complesso comunque, mi ritengo molto fortunata, soprattutto se considero che i miei rapporti di varia natura sono sempre stati contraddistinti da una forte intensità, nel bene e nel male e credo che questa sia in definitiva la Vita che a me, in questa vita, serve vivere.

DICE IL SAGGIO: Morii come minerale e divenni una pianta; morii come pianta e divenni un animale; morii come animale e fui uomo. Perchè dovrei temere? E tuttavia, ancora una volta moritò come uomo per elevarmi con gli Angeli benedetti; ma anche lo stato di Angelo supererò.

martedì 2 marzo 2010

VERITA' e FELICITA'

Se vogliamo conoscere la Verità, o Realtà Divina, questo deve essere il nostro unico desiderio. Per poter muovere i primi passi nell'ignoto dobbiamo capire che la nostra mente interpreta ciò di cui facciamo esperienza. Questa interpretazione non è reale, perchè si basa esclusivamente su passato e presente e su ciò che noi ci aspettiamo di percepire. Quindi in un certo senso noi siamo la causa e l'effetto delle nostre esperienze, la nostra interpretazione rimane qualcosa di individuale e personale. La Verità è ed è sempre stata qui alla nostra portata, ma fino a quando non avremo messo a tacere la nostra mente in favore della guida o voce interiore, sospendendo il giudizio e semplicemente ascoltando ciò che c'è, essa Verità non verrà riconosciuta.
Imparare a guardare agli eventi e alle situazioni in una luce positiva è importante. Dall'accettazione di questi eventi derivano forza e saggezza, e la gioia che accompagna un simile avvenimento porta alla felicità vera.

Sino a non molto tempo fa, identificavo la felicità nella mancanza di problemi; sono stata a lungo nella fase edonistico-epicureista. Per Epicuro vale l'equazione bene=piacere, male=dolore e a chi mi avesse chiesto Come stai? Sei felice? avrei risposto "sto benissimo, non mi manca nulla e, sì, sono felice!" Più avanti, ed oggi più che mai, mi sono resa conto di quanto questa definizione di felicità sia limitativa, e comunque maggiormente connessa ad una certezza ben più fondamentale e cioè che l'uomo più felice è colui che non vuale cambiare il proprio stato. A lui manca la speranza, in quanto non ne avverte il bisogno, egli trascende ciò che accade al di fuori di lui, perde significato l'avere e l'apparire in favore dell'Essere ed anche la morte non rappresenta più una ossessione.

Per quanto mi riguarda, la Felicità corrisponde ad uno stato d'animo di profondo benessere, che nulla riesce ad intaccare, nulla di ciò che ci accade lo può variare, non essendo esso dipendente da alcun aspetto materialistico della vita nè dall'azione degli altri o da ciò che da loro riceviamo o da come ci fanno sentire.

Guardare alle cose con ottimismo e profonda consapevolezza non significa essere stupidamente ingenui o illusi, ma significa avere la saggezza e l'intuizione di muovere le cose in direzione positiva, considerandone l'aspetto migliore, pur rimanendo concentrati sulla realtà.

La solitudine molto spesso, e per raggiungere dei buoni risultati, è la miglior compagna. Non fa mai domande inopportune e spesso dà delle risposte. Il rimanere soli con sè stessi acuisce la percezione del proprio Sè interiore, esalta le qualità personali e facilita la comprensione e la soluzione delle negatività della nostra esistenza. In definitiva, essa è per lo spirito ciò che la dieta è per il corpo, anche se personalmente da questo punto di vista sono un pò latitante!

Pur rendendomi conto che il mettere in pratica questo modo di vivere comporti non pochi problemi logistici, relazionali o di adattamento, una volta sviluppata l'attitudine a rimanere introversi in molte circostanze, allora risulta facilissimo continuare a lavorare o a far finta di ascoltare le inutilità degli altri e nel contempo rimanere connessi con la nostra parte interiore.

DICE IL SAGGIO: La felicità comune, terrena, che tutti cercano non dura più di un attimo. La Felicità profonda, dell'anima, è immansa ed inalienanbile. Ma sono in pochi a cercarla.